
ROMA – “Il Responsabile Unico del Progetto è una figura chiave della macchina pubblica: se vogliamo infrastrutture efficienti e servizi migliori per i cittadini, dobbiamo puntare sulla sua formazione certificata e riconosciuta per legge”. Lo afferma Daniele Ricciardi, presidente nazionale di ASSORUP, intervenuto in audizione alla Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera.
ASSORUP – che rappresenta oltre 1.300 RUP su scala nazionale – ha chiesto l’introduzione urgente di un sistema di certificazione delle competenze, basato su livelli (base, intermedio, avanzato, esperto), per garantire che chi gestisce miliardi di euro in contratti pubblici sia realmente preparato. “Dal 2023 sono stati gestiti oltre 1.000 miliardi di euro da circa 125.000 RUP. È tempo di dare una struttura professionale stabile a questo ruolo, una patente, anche per evitare sprechi e contenziosi”, ha spiegato Ricciardi.
L’associazione ha sottolineato la necessità di rafforzare il fondo per la formazione, oggi limitato a poco più di 14 euro per ciascun RUP, a fronte di una media procapite di gestione di 8,2 milioni di euro in appalti. “Servono investimenti veri per formare i RUP, anche con soggetti e istituzioni anche private”, ha proposto Ricciardi, ricordando che è già stato firmato un protocollo con Sogesid e che il prossimo Congresso nazionale si terrà il 10 ottobre a Firenze.
ASSORUP ha anche avanzato proposte concrete di emendamento al Decreto Infrastrutture, chiedendo l’obbligatorietà della certificazione delle competenze per i RUP individuati dalle stazioni appaltanti. “Il premio si dà dopo la performance, non prima. Ed è la competenza che genera la performance. Questa riforma è utile e urgente”, ha concluso Ricciardi.
Il testo dell’intervento
AUDIZIONE
COMMISSIONE AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI
4 GIUGNO 2025
Illustre Presidente, Membri della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici,
ringraziamo per questa opportunità di sostenere l’attività del Legislatore permettendo di presentare osservazioni che provengono dalla comunità nazionale dei responsabili unici del progetto, complessivamente circa 125.000 RUP che dal 1° gennaio 2023 hanno “staccato” CIG per oltre 1.000 miliardi di euro, come risulta dalla Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici.
La nostra Associazione ha superato 1.300 iscritti e, proprio oggi, ha raccolto l’adesione di importanti società pubbliche, come Sogesid, con cui è stato stipulato un protocollo d’intesa finalizzato a rafforzare le competenze del personale dedicato all’attività contrattuale. Nel mentre, anche grazie al sostegno dei membri di questa commissione (ci riferiamo oltre che al Presidente Rotelli, agli on. Mazzetti, Milani, Simiani e Santillo), ha potuto portare la prospettiva dei RUP all’attenzione di tutti gli operatori del settore, istituzioni e privati.
A pochi mesi dall’entrata in vigore del Decreto Correttivo al Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 209/2024) il Legislatore interviene nuovamente sulla materia, da un lato, per stimolare importanti interventi infrastrutturali (l’art. 1 sul collegamento Sicilia-Calabria) e, dall’altro, per aggiornare la disciplina comune degli appalti. Il Decreto, denominato Infrastrutture, si occupa poi di alcuni aspetti del settore del trasporto stradale, ferroviario, aereo e marittimo garantendo alla società RAM le risorse per l’attuazione delle linee di intervento in materia di economia del mare. Si aggiungono una serie di disposizioni sulla spesa prevista, anche facendo ricorso alle risorse del PNRR, per eventi alluvionali, servizi pubblici e eventi sportivi.
Condivisibile è l’intervento che introduce quello che potremmo definire il Codice delle emergenze, aggiungendo alla disciplina ritoccata della somma urgenza, un capo dedicato ai contratti di protezione civile. L’auspicio è che la disciplina del nuovo art. 140-bis rappresenti un punto di arrivo per garantire norme ordinarie a situazioni straordinarie, evitando disparità di trattamento nella gestione delle emergenze, per le quali rimane comunque il potere del Governo per l’assegnazione delle risorse. Inoltre, occorre vigilare che il ricorso agli affidamenti diretti, già sotto la lente di ingrandimento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, sia ricondotto alle ipotesi descritte dalla nuova normativa soprattutto in caso di superamento della soglia ordinaria.
La disamina del Decreto, per quanto di competenza di codesta Associazione, si concentra sull’esigenza di costruire ponti tra tutti coloro che partecipano al settore dei contratti. Non un solo ponte, come quello fortemente voluto dal Ministro delle Infrastrutture, ma tanti ponti che devono poggiare sui pilastri della competenza e del senso di responsabilità del personale impegnato nell’attività contrattuale. Per fare in modo che l’economia nazionale sia sostenuta dal settore dei contratti e delle concessioni pubbliche, in tempi in cui i dazi americani promettono di ridurre la crescita, occorre rafforzare le competenze dei RUP, responsabilizzare professionisti e imprese verso la regolare esecuzione.
Tutto questo si può ottenere soltanto con una maggiore professionalità ed introducendo un sistema di certificazione delle competenze che, già nel dicembre 2024, il Parlamento ha riconosciuto essenziale nei pareri sul Decreto Correttivo. In quell’occasione Voi, non già una piccola associazione com’era ASSORUP nel febbraio 2023 quando per la prima volta varcava questa soglia, Voi membri di questa Commissione avete chiesto al Governo di intervenire.
Si legge infatti nel parere del 17 dicembre 2024 alla lettera
o) con riferimento all’articolo 15 del codice concernente la previsione di requisiti minimi in capo al responsabile unico del progetto (RUP) e all’Allegato I.2 che, all’articolo 2, comma 3, consente l’individuazione di un RUP carente dei requisiti richiesti, valuti il Governo l’opportunità di introdurre un sistema di certificazione dei requisiti con l’obiettivo di una maggiore professionalizzazione applicando la matrice delle competenze prevista dal progetto UE ProcurComp del 2020;
E di questo ve ne siamo grati, i RUP italiani Vi sono grati per il coraggio di innovare davvero un sistema rimasto bloccato da 30 anni attorno ad una figura che tutti riconoscono centrale ma che spesso non è valorizzata ed appare inadeguata perché non formata al compito assegnato.
Vi chiediamo quindi di agire con forza e coerenza introducendo il sistema di certificazione delle competenze dei RUP, che si collega alla norma del Decreto destinata agli incentivi.
L’intervento del Decreto Infrastrutture si concentra su un chiarimento per rendere operativi gli incentivi in favore dei dirigenti, quando ci sono decine di migliaia di RUP che non hanno mai visto un euro per l’attività contrattuale svolta.
Come si può riconoscere incentivi ai dirigenti senza prima garantire che siano in grado di gestire un intervento contrattuale? La competenza genera la performance. Il premio è la conseguenza del saper fare. Abbiamo detto 1.000 miliardi di euro dal 2023. Immaginiamo quanto risparmio per lo Stato si possa determinare grazie ad una maggiore professionalizzazione del RUP, funzionari e dirigenti. Potreste avere risorse disponibile per una o più leggi di bilancio!
E proprio sulle risorse si fonda un’ulteriore richiesta d’intervento. Lo Stato ha messo in campo dal 2020 un programma che prevede 1,8 milioni di euro per la formazione dei RUP. Un fondo che di fatto stanzia circa 14,40 euro l’anno per ogni RUP con una spesa procapite in appalti di circa 8,22 milioni di euro. È chiaro che occorre investire sulla formazione con la costituzione di un fondo nazionale straordinario che permetta alle stazioni appaltanti di scegliere i soggetti anche privati ai quali rivolgersi per la formazione accreditata di cui al comma 10 dell’art. 63 del Codice. La formazione non è un costo, ma un investimento sul futuro delle infrastrutture e dei servizi resi ai cittadini. Se ritenete che questi dati vadano verificati, ben venga l’apertura di un’indagine conoscitiva sulla situazione dei RUP che l’on. Mazzetti ha già depositato agli atti della Commissione e per la quale confidiamo il sostegno anche di altri Deputati.
Siamo consapevoli che, per certi versi, potremmo apparire come quella vedova insistente che si rivolge al Giudice nel vangelo di Luca. D’altronde ciò che chiediamo da due anni, trova conferma ed adesione in ogni conferenza tenuta (oltre 30, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, dalla Calabria al Veneto e più recentemente in Emilia Romagna e nelle Marche). E continueremo a chiederlo in occasione del Congresso Nazionale del 10 ottobre a Firenze che sarà l’occasione per radunare gli operatori del settore da ogni latitudine e longitudine per ricordare che il RUP FA BENE
alla PA perché permette agli uffici di funzionare;
al MERCATO perché garantisce la libera concorrenza;
allo STATO perché riduce la spesa pubblica;
ai CITTADINI perché realizza servizi e opere di qualità
IL RUP FA BENE, SE FÀ BENE IL RUP e per FAR BENE IL RUP occorre la Vostra determinazione. Grazie!